Facebook torna alle sue origini
Tutti parlano di Facebook e del fatto che qualcosa sia cambiato nel suo modo di visualizzare i contenuti: i post delle persone sono di nuovo privilegiati a discapito della pubblicità. Ecco spiegato il perché.
Tecnicamente parlando, ciò che è successo, è semplicemente che Facebook ha cambiato algoritmo. Ma cosa vuol dire?
In pratica è stato modificato il codice del sistema che regolamenta il flusso dei post e, di conseguenza, le notizie che visualizziamo quando scorriamo la bacheca del Social Network.
L’idea, per come l’ha spiegata il fondatore Mark Zuckerberg, è che in questo modo Facebook torni a privilegiare i contenuti pubblicati dalle persone a discapito di quelli aziendali. Insomma, ci vuole più contatto tra la gente e meno pubblicità, proprio com’era al principio.
È davvero così?
Ebbene sì, l’algoritmo è stato effettivamente cambiato con il preciso scopo di favorire le foto delle vacanze del nostro amico rispetto alla pubblicità di un’automobile o alla notizia di un quotidiano on-line. La decisione, come prevedibile, ha suscitato reazioni di ogni tipo, dalle proteste, agli applausi più soddisfatti.
Le conseguenze sul lungo periodo rimangono difficili da prevedere ma, nell’immediato, il titolo è letteralmente crollato in borsa, facendo perdere al “povero” Zuckerberg più di 3 miliardi di dollari, questo almeno secondo le stime di Forbes.
Ma allora perché questa decisione?
Ufficialmente, c’era la volontà di tornare alle origini, di riportare Facebook a ciò che era qualche anno fa: uno strumento per mettere in contatto le persone.
In effetti, negli ultimi anni il celebre Social Network si era trasformato in un calderone pubblicitario, oltre che in un ricettacolo per le bufale. Le persone hanno quindi iniziato a farne un utilizzo sempre più passivo, leggendo ed osservando i contenuti, ma pubblicando sempre meno.
Questo è piuttosto deleterio, poiché tende ad allontanare gli utenti che lo utilizzano, ossia la vera e propria ricchezza di Facebook.
Da qui la decisione di cambiare algoritmo e riportare in primo piano i post degli amici, penalizzando quelli aziendali.
Ed ora che succede?
Dal punto di vista di Zuckerberg, non cambia poi molto. Nonostante le grosse perdite, il suo patrimonio può ancora contare su una settantina abbondante di miliardi di dollari. Gli esperti, inoltre, affermano che la mossa non sia piaciuta agli investitori nell’immediato, ma che sul lungo periodo si rivelerà vincente.
In compenso, noi dovremmo poterci finalmente godere un Facebook un po’ meno intasato di pubblicità rispetto al recente passato, con meno post dei quali ci interessa oggettivamente poco.
Ma è davvero una buona notizia?
A questa domanda non è semplice rispondere, poiché il cambio di algoritmo è una decisione prima di tutto commerciale: Facebook non è esattamente un ente benefico e sono in molti ad avere sempre più dubbi sull’impatto che questo ed altri Social Network stanno avendo sulla nostra società.
Il nuovo algoritmo non fuga questi dubbi e, anzi, ne crea di nuovi sulle interconnessioni tra le persone, sulla diffusione delle notizie e su mille altri aspetti della nostra vita privata.
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